(1).jpg "Il pessario, dalle nostre nonne ad oggi | Barbara Colombo Blog")
Se proviamo a chiedere alle nostre nonne che cos’è un pessario sapranno la risposta. Questo strumento è in uso da molti anni e nel tempo ha cambiato forme, dimensioni e materiali ma non ha cambiato la sua utilità ovvero: il supporto al pavimento pelvico in caso di prolassi.
Partiamo un po' da una descrizione anatomica: in condizioni di fisiologia utero, vescica e retto sono sostenuti da dei legamenti molto forti e da un pavimento pelvico tonico. La sostituzione di tessuto meno elastico dovuto all’età, i “traumi del parto” e un pavimento pelvico debole possono con l’andare del tempo influire su questo sostegno. Cosa accade quindi? Il prolasso, ovvero un abbassamento degli organi interni in particolare vescica, utero e retto.
Ci sono diversi stadi di prolasso, alcuni più facilmente risolvibili, altri in cui serve un supporto esterno come appunto il pessario, altri ancora (i più complessi) in cui è inevitabile la chirurgia che sospenda meglio gli organi interni.
Lo scopo principale della riabilitazione del pavimento pelvico in caso di prolasso è di non arrivare alla chirurgia invasiva, utilizzando anche strumenti come il pessario.
Studi anche molto recenti (ultimi 4 anni) hanno evidenziato come il pessario possa essere un supporto alla riabilitazione ma non essere risolutivo se usato da solo. Quindi una corretta riabilitazione che preveda esercizi di rinforzo del pavimento pelvico è fondamentale anche se si decide di usare il pessario.
Ma quindi cos’è il pessario e come si usa? Come ho detto può avere diverse forme e dimensioni. Il suo scopo principale è quello di utilizzare un sostegno meccanico che mantenga in sede i visceri e le pareti vaginali.
Se parliamo di pessario uterino ha tendenzialmente la forma di un anello siliconico che viene posizionato sul fondo del canale vaginale intorno al collo dell’utero per sostenerlo e mantenerlo in posizione. La scelta delle dimensioni deve essere fatta dall’ostetrica o dal ginecologo perché si deve adattare alla struttura fisica della donna.
Esiste una forma differente di pessario, il pessario cubico. È un piccolo cubo con le pareti concave che viene inserito nel canale vaginale. In questo caso non si occupa di sostenere solo l’utero ma anche parete vaginale anteriore su cui poggia la vescica, e la parete vaginale posteriore su cui poggia il retto. Anche in questo caso la dimensione deve essere scelta dallo specialista.
L’inserimento avviene come un normale anello contraccettivo, essendo molto morbido si piega e viene poi rilasciato una volta in posizione. Si può togliere una o due volte a settimana esattamente come è stato inserito. Nel pessario cubico inoltre è possibile che vi sia una specie di cordino che dopo aver fatto passare aria tra le pareti vaginali e il pessario si può tirare.
La pulizia del pessario è semplice, va fatta con il normale detergente intimo e sciacquato sotto l’acqua corrente. Non è necessaria nessuna disinfezione.
Può essere usato anche per molti anni anche se, statistiche alla mano, è una tecnica che non offre molti successi presa singolarmente e se a questo aggiungiamo che le donne spesso riferiscono una sensazione non molto gradevole, può essere uno strumento di supporto in alcuni casi limite con la chirurgia per non stressare ulteriormente il pavimento pelvico e in attesa di rinforzo.
Una curiosità? Gli ultimi studi stanno indagando il suo utilizzo non per il prolasso del pavimento pelvico ma per la prevenzione del parto prematuro in alternativa al cerchiaggio (più invasivo). Sono studi ancora molto iniziali, attendiamo di capire meglio gli sviluppi.
(1).jpg "PERCHÉ SONO STITICA?")
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